Quando ero piccola, mia madre mi regalava una meravigliosa scatola di matite colorate ogni anno, quando iniziava la scuola. Erano conservate in una scatola di metallo sottile e rettangolare.
Mi ricordo ancora l’emozione che provavo quando l’aprivo; erano le Ferrari delle matite. Per prima cosa erano tantissime, almeno così mi sembrava. Ogni colore aveva tutta una gamma di belle sfumature. E poi erano tutte perfettamente appuntate.
Semplicemente stupende.
Allora le prendevo e le provavo una ad una su un foglio bianco. Un piccolo arcobaleno di carta. Poi le richiudevo con attenzione, riponendole ognuna al proprio posto e le mettevo in bella vista nella mia camera, in attesa del momento in cui avrei potuto usarle.
Solo che quel momento non arrivava mai. Perché io, allora come adesso, sono una che non colora. Nel senso che si, mi capita di fare dei disegni, ma rimangono sempre spogli. Come quegli album da colorare.
Alle elementari era una tortura. Perché colorare è una dei compiti più gettonati che le maestre affibbiano ai bambini. Ti danno un disegno tutto-linee e ti dicono semplicemente: “coloralo!”.
Uno strazio.
Non sapevo mai come fare. Mi faceva una fatica tremenda. Alla fine avevo trovato un metodo geniale. Appuntare una matita fino a formare una polverina fine fine, per poi spargerla per tutto il disegno con la punta del dito. E mi sentivo anche discretamente creativa. Solo che il risultato era un foglio sbiadito e impiastricciato.
Alla mia maestra non piaceva.
Eppure guardando i disegni delle mie amiche, così vividi, quasi potessero uscire dal foglio, non potevo fare a meno di pensare che c’era qualcosa che non andava in me.
Doveva essere davvero bello colorare!
Ma no, non faceva per me.
Loro coloravano. Io scrivevo.
Non c’è niente che mi piaccia di più del bianco e nero. O meglio, del bianco e grigio lapis. Ma quello delle matite è un ricordo che conservo gelosamente. Quei bastoncini colorati mi hanno fatto capire che non tutti siamo bravi a fare le stesse cose.
Insomma, è inutile che mi illuda di mettermi davanti a un foglio bianco e riuscire a tirare fuori un capolavoro alla Monet.
Un fiasco totale.
D’altronde, il concetto di sfumatura l’ho imparato anche così…
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Lo penso anche io....
RispondiEliminasei bravissima a scrivere!!!!!
Mi dispiace che tu abbia incontrato una maestra poco sensibile, per fortuna quando c'è una vera qualità nessuno può ostacolarla e decisamente tu sai colorare ma con le parole.
RispondiEliminaRicordati che chi ama colorare entro linee già definite spesso lo fa perchè non comprende il valore della creatività.Sei una splendida ragazza e lo sarai stata certo anche come bambina.In bocca al lupo!
Con affetto Ivana