Sono una ragazza senza particolari complessi, sicura di sé. O almeno è quello che mi piace pensare. Poi, però, ci sono dei momenti in cui mi ritrovo a pensare tutto il contrario.
In una delle nostre chiacchierate infinite in macchina con Viky, ci siamo ritrovate a parlare di una situazione banale, che però non mi ero mai fermata seriamente a considerare: stare da sole al bar.
Premessa. Sono una persona che ama stare da sola. Apprezzo il suono dei miei pensieri in testa(a volte parlo anche da sola), mi piace godermi un bel film sul mio divano o perdermi per ore fra le pagine di un libro. Stessa cosa per lo stare su una spiaggia al tramonto.
Ci sono dei momenti in cui, invece, faccio proprio fatica a non avere compagnia. L’esempio del bar è quello che calza meglio.
Al contrario di un cinema -molte mie amiche inorridiscono all’idea di una serate da sole al cinema, cosa che invece io ho sperimentato- il contesto del bar ti espone completamente. Ti mette a nudo. Non c’è uno scopo condiviso che ti “costringe” a stare lì(guardare il film) e, senza la sala buia, sei sotto gli occhi di tutti.
Non sapevo di avere un problema da sindrome-da-cappuccino-solitario finché, non molto tempo fa, sono stata in un bar in centro. Avevo un po’ di tempo, così avevo deciso di mettermi seduta a un tavolo e di gustarmi in pace il mio latte macchiato, sfogliando un libro o una rivista. E qui sta la chiave del discorso. Apro la mia maxi bag e…niente. Niente libro, niente giornale, niente scontrini, niente volantini dati per strada. Non avevo niente, ma proprio niente da leggere. Nessuno scudo che mi separasse dalle altre persone. Non aveva neppure il cellulare.
Mi guardavo attorno, perplessa. Sentivo già che qualcosa non andava. Poi è successo. Guardo a destra, poi a sinistra. A tutti gli altri tavoli almeno due o tre persone. Nessuno era seduto da solo.
All’improvviso avevo l’impressione che tutti mi stessero guardando. Ero imbarazzata dal mio stesso atteggiamento. Ero come le donnette che dico di non sopportare. Ma non potevo proprio farci niente.
Finché, come un faro nella notte, è arrivata lei. Una ragazza. Da sola. La vedo. Si siede al tavolo di fronte al mio. Da sola! Il mio cuore a quel punto stava già recuperando battiti. Avevo appena accennato un sorriso compiaciuto quando, passo dopo passo, è arrivata una sua amica. Si avvicina, come in una scena al rallentatore di un film scadente e si siede accanto a lei.
Non ho potuto trattenere una risata. A quel punto, davvero tutti mi stavano guardando. Ma non mi importava più.
È strano come, delle volte, perdi di vista quello che sei. Fortunatamente succede che basti poco per ricordartelo.
Adesso mi capita ancora di andare da sola la bar, ma mi devo sforzare per non tirare fuori il libro che tengo sempre in borsa. E non posso fare a meno di ridere.
giovedì 30 luglio 2009
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Gostei bastante do texto. Infelizmente não falo nada de italiano. Sou do Brasil e estou aqui porque entrei por engano. Show!
RispondiElimina..anche a distanza di km ci capitano cose simili..e il bello è che reagiamo nello stesso modo!...io però mi sono andata ad infognare: ho preso un quotidiano.un disastro.pagine che cadevano da ogni lato..che figuraccia!XD. Giulia*
RispondiEliminaGiuliè...perché non c'ero??? XD
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