giovedì 30 luglio 2009

In macchina con Viky: "da sola al bar"

Sono una ragazza senza particolari complessi, sicura di sé. O almeno è quello che mi piace pensare. Poi, però, ci sono dei momenti in cui mi ritrovo a pensare tutto il contrario.
In una delle nostre chiacchierate infinite in macchina con Viky, ci siamo ritrovate a parlare di una situazione banale, che però non mi ero mai fermata seriamente a considerare: stare da sole al bar.
Premessa. Sono una persona che ama stare da sola. Apprezzo il suono dei miei pensieri in testa(a volte parlo anche da sola), mi piace godermi un bel film sul mio divano o perdermi per ore fra le pagine di un libro. Stessa cosa per lo stare su una spiaggia al tramonto.
Ci sono dei momenti in cui, invece, faccio proprio fatica a non avere compagnia. L’esempio del bar è quello che calza meglio.
Al contrario di un cinema -molte mie amiche inorridiscono all’idea di una serate da sole al cinema, cosa che invece io ho sperimentato- il contesto del bar ti espone completamente. Ti mette a nudo. Non c’è uno scopo condiviso che ti “costringe” a stare lì(guardare il film) e, senza la sala buia, sei sotto gli occhi di tutti.
Non sapevo di avere un problema da sindrome-da-cappuccino-solitario finché, non molto tempo fa, sono stata in un bar in centro. Avevo un po’ di tempo, così avevo deciso di mettermi seduta a un tavolo e di gustarmi in pace il mio latte macchiato, sfogliando un libro o una rivista. E qui sta la chiave del discorso. Apro la mia maxi bag e…niente. Niente libro, niente giornale, niente scontrini, niente volantini dati per strada. Non avevo niente, ma proprio niente da leggere. Nessuno scudo che mi separasse dalle altre persone. Non aveva neppure il cellulare.
Mi guardavo attorno, perplessa. Sentivo già che qualcosa non andava. Poi è successo. Guardo a destra, poi a sinistra. A tutti gli altri tavoli almeno due o tre persone. Nessuno era seduto da solo.
All’improvviso avevo l’impressione che tutti mi stessero guardando. Ero imbarazzata dal mio stesso atteggiamento. Ero come le donnette che dico di non sopportare. Ma non potevo proprio farci niente.
Finché, come un faro nella notte, è arrivata lei. Una ragazza. Da sola. La vedo. Si siede al tavolo di fronte al mio. Da sola! Il mio cuore a quel punto stava già recuperando battiti. Avevo appena accennato un sorriso compiaciuto quando, passo dopo passo, è arrivata una sua amica. Si avvicina, come in una scena al rallentatore di un film scadente e si siede accanto a lei.
Non ho potuto trattenere una risata. A quel punto, davvero tutti mi stavano guardando. Ma non mi importava più.
È strano come, delle volte, perdi di vista quello che sei. Fortunatamente succede che basti poco per ricordartelo.
Adesso mi capita ancora di andare da sola la bar, ma mi devo sforzare per non tirare fuori il libro che tengo sempre in borsa. E non posso fare a meno di ridere.

Discorsi da macchina

Lei parla con la sua amica Viky in macchina per ore.
Preferibilmente di notte.
Preferibilmente quando la città dorme.

lunedì 27 luglio 2009

Orgasmo di sonno

Ci sono notti in cui sei esausto e ti addormenti appena sfiorato il letto. Ci sono notti in cui, con un libro in mano, sprofondi la testa nel cuscino e fai fatica a voltare le pagine. Resisti finché puoi, poi, con quell’accenno di mal di testa, fai appena in tempo a spegnere la luce. E poi ci sono quelle notti in cui proprio non riesci a dormire. Più ti sforzi, più non ce la fai. Allora ti giri da una parte, poi dall’altra. Poi ti passa per la mente così, quasi per sbaglio, di alzarti e magari di metterti a fare qualcosa che durante la giornata non sei riuscito a fare. Ma è solo un pensiero buttato lì, evanescente, che nemmeno avevi preso seriamente in considerazione. Così rimani lì, gli occhi chiusi. Prima provi a buttarli indietro, poi in avanti. Una roba che a cercare di spiegarla il risultato non è molto convincente.
Poi succede. Lo senti: ti stai addormentando. Ed è un momento da sogno, un misto fra un lento svenimento e una momentanea perdita di conoscenza. Ti ci lasci cullare e lo senti salire, come un orgasmo. Senti che i sensi ti abbandonano e che sei in balia di quella parte di te che, a parer mio, di cose ne sa parecchie. Perché di notte, quando dormi, tutto ti sembra –issimo. Tutto troppo semplice o tutto troppo complesso. Di notte escono fuori tutte le tue paure, le tue ansie più profonde, ma anche quei buoni propositi che spariscono al primo raggio di sole. E se piove o nevica svaniscono lo stesso. Cose del tipo: "da domani sarà tutto diverso". Ma poi non cambia mai niente. Ma solo il fatto di interrogarsi, di riuscire a portarsi dietro anche solo un brandello di quella sensazione per me è importante, anzi fondamentale. È un po’ la coda dei sogni, come quella delle stelle cadenti. Appare un attimo in cielo, poi se ne va. Eppure sai che è stata lì. E più che la stella è la scia che ti piace. Se vedessi cadere un puntino non farebbe lo stesso effetto.
Questa sera per me è così. Forse è colpa del caldo, forse è l’idea per un nuovo racconto che mi si è stabilita in testa e non vuole proprio saperne di andarsene. Allora smetterò di oppormi e lascerò che il sonno mi porti via pian piano, quando gli farà più comodo.
Allora buonanotte, nella speranza di un orgasmo di sonno e di gustarmi un po’ la mia stella cadente.

martedì 21 luglio 2009

principesse Disney

Parto per un paio di giorni. Me ne vado un po' al mare. Per salutarvi vi lascio un pezzo sulle principesse Disney. Se qualcuno, come me, non le vedeva poi così angelicate, allora è giusto per voi.

A presto!


(click)


lunedì 20 luglio 2009

Ragazza coppetta

Eccoci qua. Battesimo del blog.
Primo post.
Enjoy!

(click)





lei

Un blog sulla scrittura. Per chi ama, per chi sogna.
Lei vive così. Un foglio accanto al letto per appuntarsi quello che ha in testa quando si sveglia in mezzo alla notte. Una testa che lavora troppo in fretta e che a volte la rende quasi dislessica.
Le sue droghe sono l'acqua gassata e la Coca-cola, i panini prosciutto crudo e mozzarella e le fusa della sua gatta.
Scrive. Per farsi vedere un po' dentro, per portare a spasso un po' di sé, per far ridere, piangere, pensare.
Emotiva, lunatica, appassionata, leggera, viva.
Questa è lei e voglio farla conoscere anche a voi.

domenica 19 luglio 2009

Dicono di me...

Sandokan:
"Scrive perché non può farne a meno. Scrive perché non vuole farne a meno". Come mi riconosco in queste parole;)!!!Ciao e buon lavoro!

Anonimo:
carina...con le tue parole è più facile immaginarsi tutto.

Laura:
Per te scrivere è come per me comporre poesie. La scrittura è un arte profonda, per pochi. A volte mi domando come e perchè ma non trovo risposta. Io scrivo da otto anni ho iniziato con questa frase "Per Quanto io urli e tu non mi senta io ti ascolterà sempre" e da li mi sono sentita in modo diverso e scrivo scrivo a raffica a volte e altre invece a fatto.. Mi piace molto come scrivi, mi piace molto come ti esprimi e chi legge ti assicuro ti sente. Infono è questo no? "Sentire"è la chiave giusta che fa si che le parole dipingano i sentimenti. Sentire è necessario.. come scrivere. Spero che la lettura non ti abbia annoiata Lei. Spero che mi darai di una qualche risposta, ci tengo anche ad un semplice parere.. Perchè Tu Senti.

Laura:
"Questa è lei. Scrive perché non può farne a meno. Scrive perché non vuole farne a meno. La sua è una realtà fatta di parole che scappano dalla penna e inciampano sulla tastiera di un computer. E' un gatto che miagola nel buio. Un campo di girasoli che guardano tutti nella direzione sbagliata.."Be quella che "Lei " sono anche io in questa bella presentazione. E' bello questo angolo che tu "Lei" hai costruito.. :)

Andrea:
Ciao "Lei" (in attesa di avere qualche informazione in più userò questonome :) ) e grazie della richiesta... ho dato un'occhiata al tuo blog. Devo dire che, pur con le dovute differenze di genere, mi ritrovo spesso nel tuo stile di scrittura. Diretto, qualche accostamento azzardato tra le parole ogni tanto, sintetico ma completo.Felice di poter condividere con altri il magico momento della scrittura.

G*:
Credo che tu non smetterai mai di viaggiare..e questo ci piace!

Anonimo:
Alla fine leggerti sarà di nuovo un'emozione.

Martina:
...carpire un'emozione è così difficile...descriverla quasi impossibile...Veramente incredibile come riesco a immedesimarmi nelle tue parole.