Mentre ascolto l'ultimo piccolo capolavoro di Gary Go, "Open Arms", mi viene voglia di fare qualcosa di grande.
Chiudo gli occhi e mi vedo. A fare piroette veloci in un campo di girasoli. A urlare contro il vento, le braccia spalancate e la testa buttata all'indietro. A correre sotto la pioggia, i capelli incollati sul collo e sulle guance.
Non sono più sul mio letto con computer sulle gambe, ma altrove. Lontana.
E' come tuffarsi dall'alto, il mare sotto di te. E' quel vuoto nello stomaco che toglie il fiato, solo per un po'. Ed è la luce che vedi apparire in lontananza, fra lo strato d'acqua che ti separa dal cielo.
In continuo movimento.
Respiro.
Vivo.
Open arms-Gary Go